lunedì 21 dicembre 2020

NASCE LA PALLACANESTRO

Le belle storie di Fotografia, raccontate da Mosè Franchi per ImageMag

Uno sguardo al passato per guardare al futuro con un occhio migliore.






Un po’ per passione, ci prendiamo una piccola pausa fotografica.
Andremo a braccio, per cui sarà possibile qualche errore. Il 15 dicembre 1891 nacque la Pallacanestro, per merito del dottor James Naismith, professore di educazione fisica oltre che medico. La prima partita venne disputata il 21 dello stesso mese.
Siamo a Springfield, nel Massachusetts; e all’insegnante venne commissionata l’ideazione di uno sport che si potesse praticare al chiuso, durante i rigidi mesi invernali.
Lui volle una palla tonda (non ovale, come quella del football), che andava indirizzata dentro un cesto di vimini affisso a un palo.
Da notare che a ogni segnatura un addetto, salendo una scala, doveva togliere la palla. Tempo dopo, al canestro venne praticato un foro e fu affisso a una balconata della palestra. Ne risultò un’altezza da terra di 3,05 metri, misura che rimarrà fissa fino ai giorni nostri, perché di un alto valore storico.
Tante regole sono cambiate nel corso degli anni e il basket si è sempre rinnovato. Resta però la tradizione, che viene conservata soprattutto negli USA. Ci viene in aiuto un film, “Colpo vincente” (1986), di David Anspaugh, con Gene Hackman.
La pellicola narra la storia vera di una piccola squadra, gli Huskers di Hickory (un piccolo paese dell’Indiana) che riescono a vincere il campionato dello stato. Gli Indiana Pacers, squadra militante nell’NBA, per celebrare il 30° anniversario del film, indossarono in molte partite la divisa commemorativa degli Huskers.
“Colpo vincente” ci permette di ricordare un altro attore presente nel film, Dennis Hopper: regista (sua la direzione di Easy Rider) e fotografo: uno di noi, quindi; lui è stato “un cattivo” dello schermo, ma un’artista sensibile nella vita, in grado di regalare scatti di grande qualità.
Si è sempre distaccato dalle istantanee. Era interessato viceversa “agli aspetti formali della fotografia, alla composizione, alle linee che creano un campo”. Il paragone potrà sembrare forzato, ma Dennis era in grado di cogliere quell’attimo tanto caro a Henri Cartier Bresson. Come quest’ultimo, poi, non tagliava mai le sue opere: una volta scelta l’inquadratura, quella compariva nel risultato finale.

Per un fotografo di “attimi”, ecco uno sport che vive degli stessi. In tanti ricordano tiri a canestro che gonfiano la retina mentre suona la sirena: è il basket, con tutte le sue leggende.

La fotografia. La squadra Campione dell’Indiana nel 1954 

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