Steven Spielberg
Le belle storie di Fotografia, raccontate da Mosè Franchi per ImageMag
Uno sguardo al passato per guardare al futuro con un occhio migliore.
IL REGISTA DI UN’EPOCA
Il 18 dicembre 1946 nasce Steven Spielberg regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e televisivo.
La sua filmografia è imponente: circa i lungometraggi, si parte da “Duel” (1971), per arrivare a “Ready Player One” (2018). In mezzo tanti titoli, che lasceranno una traccia nella storia del cinema: belli da ricordare e rivedere (E.T., Minority Report, Schindler's List, Salvate il Soldato Ryan, la saga di Indiana Jones e tanti altri).
A noi, qui, piace celebrare l’inizio della “favola” Spielberg. Cortometraggi a parte, la pellicola d’esordio del cineasta americano è stata certamente Duel, che peraltro ha una firma “hitchcockiana”: il regista appare in un’immagine riflessa da una cabina telefonica. Il protagonista è all’interno e sta telefonando alla polizia.
Ovviamente si tratta di un attimo, perché nella sequenza successiva tutto scompare.
Il film vince su più fronti: nei tempi, nel ritmo, nel senso dell’azione. A Spielberg bastano pochi ingredienti per tenerci incollati alla poltrona: un’auto e chi la guida, un camion (del suo autista si vedono solo gli stivali) e tante comparse occasionali qua e là, in uno scenario western; il resto è spazio, tanto, infinito, l’ambito ideale dove sentirsi soli e indifesi.
Tra il “bestione” della strada e la berlina inizia qualche scaramuccia: sorpassi non concessi, tagli della strada e via dicendo. Dopo una sosta presso una pompa di benzina, inizia la vera lotta, il duello. Il “grande” vuole tamponare il “piccolo”, prepotentemente; in una sfida priva di retorica. Perché, guardando il film, non si fa il tifo per nessuno, tantomeno per un “buono” contro un “cattivo”.
E’ il divenire tutto a sorprendere, per via di un ingrediente fuori campo: il fatto che l’evento possa essere possibile anche per noi osservatori. Tutti abitiamo la strada e tante volte ci hanno dato i fari: i fermenti del Duel, anche se rari, sono dietro l’angolo.
Alla fine il camion avrà la peggio, precipitando in un burrone; e si lamenterà come un animale ferito.
Applausi.
Una nota importante. Il lungometraggio era nato per la TV e il successo arriverà dall’Europa. Spielberg, nel 1971, sarà anche a Roma, dove incontrerà Federico Fellini. I due passeggeranno per la capitale, col regista romagnolo a fare da cicerone. Sarebbe stato bello rimanere in loro compagnia.
Salutiamo quindi Steven Spielberg. I suoi film hanno occupato la vita di tanti e un’epoca intera. Tra molti anni, forse parleranno di “un’era” Spielberg: noi c’eravamo e siamo stati fortunati.
La fotografia: una scena del film Duel.